La reazione di apertura degli eteri è una reazione mediata da carbocationi, anche se non necessariamente durante la reazione si forma un carbocatione reale. In ogni caso, che si tratti o meno di una carica reale, capire dove può formarsi il carbocatione più stabile ci indica correttamente come si aprirà l'etere e quale posizione verrà attaccata dal nucleofilo.
In questo caso sicuramente non si forma un carbocatione reale (la reazione avviene con un meccanismo intermedio tra SN1 e SN2) ma il nucleofilo attacca comunque nella posizione in cui si formerebbe il carbocatione più sostituito.
Nel primo esempio il solvente è un fenolo, quindi sarà lui per ragioni statistiche a fare da nucleofilo, mentre nel secondo caso si usa solo iodio elementare e avremo quindi come prodotto di sostituzione un di-alogeno alcano. In questo caso, anche se il nucleofilo (I-) attaccherà comunque la posizione più sostituita, non c'è ambiguità, perché si otterrebbe in entrambi i casi lo stesso prodotto.
Eccezione: nel caso in cui la reazione sia intramolecolare, come il seguente:
La modalità della reazione è diversa, perché si forma lo stesso intermedio ma la reazione è governata dalla stabilità del ciclo che può formarsi e non dalla stabilità del carbocatione. L'ordine di stabilità dei cicli è il seguente 6 termini > 5 termini > 7 termini.
Nella bromo o iodo lattonizzazione il carbocatione è reale ed ha un ruolo preponderante. Il carbossilato, data la possibilità di delocalizzare la carica elettrica, è un nucleofilo debolissimo ed è proprio per questo motivo che la reazione deve passare da un carbocatione reale. Può reagire soltanto con centri elettrofili particolarmente attivati, come appunto i carbocationi.
Dato che il carbossilato deve reagire con un carbocatione, è indispensabile che questo si sia già formato. Proprio per questo motivo questa reazione è eccezionalmente a guida del carbocatione e non della stabilità del ciclo.
In parole povere, il ciclo si chiude dove si forma il carbocatione più stabilizzato.



