Freud, un medico ebreo dell'impero asburgico, in quanto ebreo era poco quotato nella carriera universitaria, si “creò” un nuovo settore: la psicanalisi, la quale ebbe un'incidenza anche filosofica oltre che scientifica. Freud tenne di conto di un'affermazione di Nietzsche che diceva: "non esistono fatti, ma solo interpretazioni." Questa frase fa trasparire un antipositivismo. Alcuni studiosi parlano di un prospettivimo nietzschano poiché secondo questa interpretazione il filosofo dice che esistono solo diverse prospettive dalle quali vediamo i fatti, non esiste quindi un fatto bruto nella sua oggettività. Questo discorso vale anche per me stesso: io non sono un fatto di fronte a me stesso, ma mi vedo da prospettive diverse. Questa provocazione di Nietzsche sarà approfondita da Freud e ne farà il suo approccio: il metodo ermeneutico (ovvero interpretare, non spiegare; interpretare vuol dire dare un significato a segni o simboli) o paradigma indiziario (rispetto a noi stessi abbiamo a disposizione solo indizi, non prove; tutto ciò che studiamo riguardo a noi stessi è un'interpretazione di indizi, non sono prove). Freud ritiene che riguardo alla nostra essenza non ci siano prove, ma rispetto alla nostra personalità possiamo solo interpretare indizi. Per Freud dietro alle nostre manifestazioni, al modo in cui ci si narra, ci stiano moventi inconsci di natura sessuale, che si sono originati nella prima infanzia. Il discorso di Freud è sulla sessualità. Finora ci siamo rappresentati come se la sessualità non esistesse, ma è il momento di farci i conti. Freud,consapevole di ciò che sta facendo, disse che tutto ciò che emerge nell'umanità sono manifestazioni della sessualità inconscia.
La crisi delle certezze
Il discorso di Freud è inserito in un contesto più ampio che fa riferimento alla crisi delle certezze nell'ambito delle scienze fisico-matematiche e delle scienze umane. Per “crisi delle certezze” si intende che si afferma un metodo di studio che permette una conoscenza più approfondita dei fatti. Questa è una crisi di crescita, non di depressione, dato che la scienza in questo periodo non si arresta, ma scopre nuovi scenari, mantenendo comunque quelli già esistenti. La rivoluzione psicanalitica si inserisce in questo contesto scientifico, in cui bisogna fare i conti con le contraddizioni, con l'infondatezza delle scienze.
La vita
Freud nacque nel 1856 da una famiglia ebrea trasferita successivamente a Vienna, dove Freud crebbe e condusse gran parte della sua lunga vita, durante la quale affrontò le difficoltà che gli derivavano dal fatto di essere ebreo. Poco prima di morire fuggì dall'Austria a seguito dell'annessione di questo territorio da parte di Hitler e si trasferì a Londra, dove morì nel 1939. La sua opera scientifica ottenne opposizioni, ma anche grande consenso, tanto che agli inizi del '900 si affermerà come vera e propria scienza. I vari problemi della vita vennero ampiamente consolidati dal successo di questa sua opera.
La psicanalisi
La psicanalisi è una teoria scientifica, non quindi solo una weltanschung, ma prevalentemente una weltbuilt (una teoria). Freud, capendo di non poter accedere alla carriera universitaria, si dedicò allo studio delle malattie psichiche e inizialmente le affronta adottando il metodo positivista con il quale era stato educato. Come si operava con questo metodo di fronte alle malattie psichiche? Si credeva di poter intervenire chirurgicamente dato che la sofferenza psichica era valutata una sofferenza fisica. Se ciò non era possibile si passava ad un'assunzione di medicinali che sedavano il paziente. Se nessuno di questi due metodi era possibile si isolava il malato in ospedali psichiatrici. La medicina tradizionale di fronte a ciò aveva un atteggiamento rinunciatario. Freud si trovò davanti a ragazze della società borghese di Vienna i cui genitori volevano evitare così drastici provvedimenti dettati dalla medicina tradizionale e qui riscontrò la limitatezza di tale modo di agire, la mancanza di metodi e soluzioni al problema. Freud cercò quindi alternative intorno a sé, anche fuori dall'Austria, ad esempio si accorse che in Francia un medico di nome Charcot usava l'ipnosi per tenere a freno queste malattie psichiche. Tornato a Vienna scoprì che c'era un medico, Breuer, che pure praticava l'ipnosi, ma per richiamare alla mente avvenimenti ed esperienze dimenticate e riteneva che ciò potesse aiutare il paziente nel superamento di queste malattie. I due iniziarono a collaborare e il giovane Freud iniziò ad affrontare il suo



