Oltre a essere stato “il filosofo del comunismo”, Karl Marx è anche un “classico” della cultura, il cui pensiero riveste una portata universale.
Egli più di tutti legò il suo ruolo di intellettuale con una posizione politica, quella del comunismo, ma non fu solo questo, egli fu anche un “classico” della filosofia. Non possiamo non essere marxiani (termine utilizzato per distinguere il pensiero proprio di Marx da quello di altri pensatori che hanno sviluppato un pensiero partendo dalla sua filosofia, i marxisti), come non possiamo non essere galileiani o hegeliani ad esempio. Esistono “vari” Marx, cioè il suo pensiero non fu sistematico, definito fin da subito, ma fu un pensiero progressivo, maturato durante la propria vita. Da questo si svilupperanno molti pensieri marxisti, ad esempio quello economico.
Troviamo in Marx una prima teoria della cultura.
Egli fu definito da Paul Ricoer, insieme a Nitzsche e Freud, un “maestro del sospetto ”. Egli mise insieme questi 3 personaggi molto diversi tra loro trovando un denominatore comune, che è l'essere maestri di dietrologie, la domanda principale della loro filosofia si chiede Cosa c'è dietro?
Facciamo un esempio:
- Marx: secondo costui la morale giusta è stabilita dalla borghesia. La cultura è l'insieme delle strutture economico-sociali del tempo, dietro la sovrastruttura culturale c'è sempre quindi una struttura economica.
- Nitzsche: secondo costui dietro la morale buona ci sta una chimica di sentimenti. La cultura è uno strumento di difesa che l'uomo si è dato nella lotta darwiniana per la sopravvivenza.
- Freud: secondo costui dietro la morale ci sta un movente sessuale infantile buttato nell'inconscio. La cultura è l'introspezione dell'elemento biblico.
Questa sarà l'anticipazione della fase della “crisi dei fondamenti”.
Marx è un hegeliano, avverrà però un rovesciamento dell'hegelismo. La prima domanda giovanile infatti sarà
Cosa sta dietro il misticismo di Hegel?
La vita
Marx nasce nel 1818 a Treviri da una famiglia ebrea, convertita al protestantesimo per ragioni di opportunità politica. Essere ebreo voleva dire essere laico nella visione del mondo ed avere una buona istruzione. Egli si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza di Bonn e, successivamente, a Berlino. Entrato in contatto con il club dei “giovani hegeliani”, studiò a fondo la filosofia di Hegel. Passato da giurisprudenza a filosofia, si laureò all'università di Jena con una tesi di filosofia antica sulla Differenza tra la filosofia della natura di Democrito e quella di Epicuro. In questa prima fase si occupò della filosofia di Hegel. Abbandonati i progetti di carriera universitaria poiché scelse il materialismo all'hegelismo, si dedicò al giornalismo. Divenuto caporedattore della Gazzetta renana, fu costretto a trasferirsi a Parigi in seguito dell'interdizione del giornale da parte del governo. Nel frattempo si sposò con Jenny von Westphalen, una giovane appartenente all'antica aristocrazia renana, che sarà la compagna preziosa della sua vita travagliata. A Parigi Marx strinse con Engels un'amicizia che durerà tutta la vita. Engels era un giovane imprenditore benestante, che darà aiuto a Marx in qualsiasi occasione. Grazie all'influenza dell'amico Marx cominciò a studiare la scienza economica di origine inglese teorizzata da Smith e Ricardo (non era mai stato fatto ciò da altri filosofi). Il frutto di questi studi fu scritto in un'operetta, mai pubblicata, intitolata I manoscritti economico-filosofici. Successivamente fu espulso dalla Francia e si trasferì a Bruxelles, dove in collaborazione con Engels scrisse: La sacra famiglia, in cui viene criticato l'hegelismo, Ideologia tedesca, in cui si critica tutta la filosofia tedesca a partire da Kant, Tesi su Feuerbach, in cui la filosofia viene teorizzata come prassi rivoluzionaria. In questo periodo pubblicò anche La miseria della filosofia, in cui egli critica la filosofia di Proudhon, che scrisse un'opera intitolata La filosofia della miseria, smontando le sue tesi perché secondo Marx erano basate su proporzioni sbagliate. Sempre in collaborazione con Engels scrisse il Manifesto del Partito Comunista nel 1848. Nel 1849 venne espulso dalla Germania e prima si rifugiò a Parigi, poi emigrò a Londra. Scrisse i Lineamenti fondamentali della critica dell'economia



