Non esiste un testo che dia la stessa rappresentazione del suo pensiero, è un filosofo molto difficile da trattare.
Storia della critica
Dal 1888 Nietzsche perse completamente la lucidità, la malattia psichica che lo colpiva lo portò al delirio e venne per questo fatto entrare in una casa di cura, in cui veniva assistito dalla madre e dalla sorella. L'erede degli scritti del filosofo dopo la sua morte fu proprio la sorella, moglie di un politico del partito nazionalista tedesco, che già aveva tinte antisemite. Ella mise insieme gli appunti intitolando lo scritto La volontà di potenza, di tono politico, in cui Nietzsche veniva descritto chiaramente come un sostenitore della grandezza della Germania e razzista. Si potevano trovare nell'opera suggerimenti in questa direzione, ma anche nel senso opposto, leggendo Nietzsche infatti ci si può rendere perfettamente conto che è un'operazione completamente errata cercare di isolare singole espressioni ed estrapolarle dal contesto in cui si trovano. Questa opera presenta un Nietzsche politico, teorico di un pensiero di Destra che verrà sfruttato dal nazismo per azioni propagandistiche. Egli non venne quindi presentato come un filosofo, ma come uno scrittore politico. Altra immagine fu invece elaborata in Italia da D'Annunzio: un Nietzsche teorico di un estetismo decadente, un'alternativa estetica alla vita normale (un tipo di personaggio alla Dorian Gray). Anche di questo nelle sue opere si può trovare traccia, ma vale anche qui il discorso fatto in precedenza sull'estrapolazione dal contesto. Andando oltre, D'annunzio sembra valorizzare il tema dello ubermensch, che egli traduce come “superuomo” e si trova traccia di questo in romanzi come La vergine delle rocce. Questa lettura può incontrarsi con il tema politico dato che questo ubermensch per D'Annunzio consiste nel diritto di coloro che sono più forti di dominare sui più deboli. Queste sono state le interpretazioni dominanti fino agli anni '30 del '900, in cui avvenne una svolta ad opera di Heidegger e Lowith (scrisse un testo intitolato Da Hegel a Nietzsche), i quali pubblicarono opere in cui dicono che Nietzsche è un filosofo in senso classico e deve essere in continuità con gli altri filosofi tedeschi come Hegel e Marx. La figura di Nietzsche come filosofo si affermò solo dopo il secondo dopoguerra (anni '50-'60), quando vennero pubblicate le edizioni critiche dell'opera completa del filosofo, di cui una delle prime in Italia fu quella di Colli e Montinari pubblicata a partire dal 1967. A seguito di studi che seguirono queste pubblicazioni si scoprirono molti aspetti della filosofia di Nietzsche. Per avere corsi universitari che non si rifacciano alla visione classica si devono aspettare gli anni '70.



