Orazio nacque nel 65 a.C. nella zona di Venosa. Egli stesso nella autobiografia che fa di sé dichiarò di essere “libertino parte natus”, perciò era un uomo di estrazione sociale mediocre. Suo padre era un liberto che aveva lasciato la terra di origine per andare a Roma a esercitare il ruolo di esattore nelle aste. Qui Orazio poté ottenere l’educazione, sotto l’osservazione del padre. Affrontò poi ambienti filosofici di Atene: in particolare nell’ambiente dell’Accademia, dove probabilmente incontrò il cesaricida Bruto. Come era frequente, il cesaricida attirò il giovane Orazio, e forse egli lo seguì in Asia nella Battaglia di Filippi nel 42 a.C. Dopo il ritorno dalla battaglia si trovò in problematiche e ristrettezze economiche a causa della perdita del piccolo fondo lasciatogli dal padre. In queste condizioni Orazio iniziò la carriera poetica: nel 35 a.C. pubblicò il I libro delle Satire. In questi anni per le sue doti fu introdotto nel circolo di Mecenate e avvenne una svolta molto importante nella sua vita: fra Mecenate e Orazio si creò un rapporto molto stretto di amicizia e fu determinante per l’immagine pubblica del poeta. A Mecenate Orazio dedicò molti dei suoi componimenti. E’ certo grazie a lui che si avvicinò all’imperatore Augusto, tanto che quest’ultimo gli offrì la carica di segretario, ma il poeta la rifiutò. Era molto legato all’amicizia che si era creata, ma non entrò mai a far parte della vita politica: in primo luogo grazie agli agi provenienti dall’amicizia, infatti Mecenate gli donò un piccolo fondo in Sabina nel 33 a.C. (con annessi gli schiavi), in secondo luogo perché spiccò in lui sempre più l’amore per la campagna e l’interesse a coltivare i piaceri naturali necessari. Nell’ 8 a.C. morì, solo due mesi dopo l’amico.
La sua fu, così come fece Virgilio, poesia del consenso ma, a differenza di questi, Orazio diede vita ad un consenso meno sofferto; riteneva infatti di destinare il consenso al portatore di pace e a colui che ha permesso di dedicarsi alla composizione di poesie.
Produzione di opere
- Epodi: in triade stesicorea 17 componimenti. Il metro è quello dell’invettiva, in realtà il tono aggressivo possiamo trovarlo solo nei primi componimenti. Analizza la società che lo circonda, dando dei consigli morali. I personaggi sono figure indeterminate, questo perché le critiche che fa, vanno al di là delle singole persone. Mira a identificare i vizi comuni a tutti, tanto che non si pone mai al di fuori di essi. Grazie alla candida iuctura (=modo perfetto) Orazio, così come aveva fatto Virgilio, rappresenta il culmine dello stile ellenistico e la parità tra letteratura latina con quella greca.
- Satire o Sermones: esametri in due libri (I composto dalle prime 10 satire, II dalle ultime 8). Hanno un carattere colloquiale, infatti egli stesso disse che il registro era molto vicino alla prosa. La scrittura satirica è sostenuta da uno spirito di osservazione della società e della natura umana che nasce dall’esperienza della vita e procede sviluppando i difetti delle persone. Parte infatti da situazioni della vita quotidiana. I testi satirici si aprono con massime generali, o con breve scene di dialogo, o con descrizioni e racconti, per stimolare la riflessione. Il poeta quindi riflette sulle abitudini degli uomini all’interno della sua cultura. Non parla di uomini qualunque, ma di Romani; non solo dei loro valori, ma soprattutto dei loro difetti. Il primo libro è più dialogico, mentre il secondo, forse perché l’animo di Orazio si incupì, lo sono meno.
- Odi o Carmina: insieme di poesie divise in 4 libri. I primi tre libri, pubblicati in modo unitario nel 23 a.C., si distinguono dall’ultimo, composto dopo il Carmen Saeculare. Alla fine del terzo infatti egli dichiara di poter aspirare alla propria immortalità, in un’ottica epicurea, grazie alla propria opera che rimarrà eterna; l’ultimo libro è composto da poesie politiche. Tra queste troviamo annesso il Carmen Saeculare, in strofe saffiche; il carme doveva essere cantato da due cori: uno di vergini scelte, l’altro di ragazzi puri. In occasione dei ludi saeculares indetti da Augusto, il canto, in cui i valori antichi vengono compattati, doveva invocare su Roma le due divinità Apollo e Diana.
- Epistolae o Sermones: esametri in due libri, molto diversi tra loro. Il primo comprende 20 componimenti di lunghezza diversa, mentre il secondo solo 3, molto lunghi, dedicati a temi di teoria letteraria. Hanno in comune la finzione di essere inviati ad un destinatario o in risposta a precedenti richieste, per esprimere opinioni, o dare consigli. L’ultimo componimento, L’Ars Poetica o Epistola ai Pisoni, è molto importante in quanto prende in esame i generi alti quali la storiografia, la tragedia e ………………)



