Lo stagno viene ricercato al II gruppo analitico (precipitato come solfuro), ma esiste anche un saggio molto specifico per rilevarne la presenza, chiamato saggio del mantello blu, o in modo più informale, saggio dello stregone.
Questo saggio è davvero molto sensibile, e consente di rilevare praticamente tutti i composti dello stagno (eccetto SnO2, cassiterite) anche se presenti in piccole quantità.
Esecuzione del saggio
Una piccola porzione della sostanza incognita viene prelevato e depositato sul fondo di un beckerino. Si aggiungono poi alcuni ml (3-4) di acido cloridrico (HCl) concentrato. Si deve poi prendere una provetta (non da centrifuga perchè deve essere esposta alla fiamma del bunsen) e riempirla di acqua fredda. Tenendo quest'ultima con delle pinze di legno o di metallo si agita la soluzione all'interno del becker. Durante il mescolamento si aggiungono alla soluzione una o due scaglie di zinco metallico, senza smettere di agitare la provetta. Ovviamente lo Zn metallico viene attaccato dall'acido con abbondante sviluppo di idrogeno. A questo punto espone la provetta con cui abbiamo agitato il contenuto del becker alla parte incolore della fiamma di bunsen. Se nella sostanza incognita erano presenti composti dello stagno, il fondo della provetta (con cui abbiamo mescolato la soluzione) viene lambito da una vivace fiamma di colore blu, meglio visibile in ambiente scarsamente illuminato. La fiamma blu è indice della presenza di qualche tipo di composto volatile dello stagno. In realtà le modalità con cui questo avviene sono ancora particolarmente misteriose, anche se si attribuisce l'esito positivo del saggio alla formazione di idruri di stagno grazie allo svolgimento di idrogeno nascente.
Sostanze interferenti
L'unica sostanza che interferisce con questo saggio è l'arsenico (As); in sua presenza la sensibilità del saggio diminuisce di molto e la reazione può addirittura non aver luogo. Questa interferenza può essere facilmente eliminata e ci viene in soccorso anche l'esperienza fatta al secondo gruppo analitico. As può essere infatti eliminata portando la sostanza in acido cloridrico concentrato e riscaldando fino all'ebollizione. Si forma AsCl3, volatile.



