Il piombo viene ricercato al primo gruppo analitico come Pb2+. Insieme ad Ag+ e ad Hg22+ viene fatto precipitare come cloruro per trattamento con HCl 2N.
Per separare PbCl da Hg2Cl2 e AgCl , si sfrutta la minore solubilità del cloruro di piombo rispetto ai cloruri di argento e mercurio (I). E' sufficiente aggiungere H2O deionizzata a caldo al precipitato e poi separare velocemente la soluzione (che contiene Pb2+ dai cloruri di Hg22+ e Ag+ che rimangono precipitati. Ecco i saggi che possono essere usati per ricercare il Pb nella soluzione così ottenuta:
Riconoscimento del piombo
Una volta separato Pb2+ da argento e mercurio (I) si procede al suo riconoscimento.
1)Trattamento con acetato di sodio (CH3COONa) e cromato di potassio (K2CO4)
L'obiettivo di questo saggio è la precipitazione di PbCrO4. Ci sono però alcuni accorgimenti da prendere, data la natura anfotera del Pb e l'equilibrio pH dipendente del cromato.
- Non bisogna operare a pH basici, altrimenti il piombo precipita come idrossido di piombo Pb(OH)2, bianco gelatinoso, indistinguibile da altri idrossidi; in eccesso di base oltretutto, questi si risolubilizza come piombito PbO22-.
- Non bisogna operare in ambiente troppo acido perchè il cromato CrO4- si trasformerebbe in dicromato Cr2O72-.
Il giusto compromesso è un tampone acetico (nell'intorno di pH 5), che non permette la precipitazione di piombo idrossido, e lascia libera una quantità sufficiente di ione cromato.
Dal punto di vista pratico prima si aggiunge CH3COONa, per tamponare, e successivamente si aggiunge il reattivo precipitante, K2CrO4. Se presente il piombo, precipita cromato di piombo, PbCrO4 , giallo.
Possiamo verificare che sia effettivamente precipitato cromato di piombo e non un altro sale. Basta sfruttare l'anfoterismo del piombo. Il cromato di piombo è infatti solubile in NaOH. Lo stesso non si potrebbe dire per i cromati di bario (BaCrO4) o bismutile (BiO), di colore giallo ma insolubili in NaOH (bario e bismuto non sono cationi anfoteri).
2)Formazione di solfato di piombo (PbSO4)
Alla soluzione in cui si sta ricercando Pb2+ si aggiunge acido solforico diluito (H2SO4). Precipita solfato di piombo (PbSO4), un sale bianco.
Anche in questo caso si può eseguire un saggio di conferma.
Se si tratta con soda (NaOH) il precipitato si risolubilizza (il piombo viene spostato a piombito) così come se si tratta con acidi concentrati (si forma bisolfato di piombo, anch'esso solubile).
Il saggio di conferma può essere utile, ad esempio, per distinguere il solfato di piombo dal solfato di bario (BaSO4). Anche quest'ultimo è infatti bianco, molto poco solubile in acqua, ma insolubile in NaOH.
3)Reazione con lo ioduro di potassio (KI)
Un ottimo metodo per individuare Pb2+ in soluzione è quello di farlo precipitare come PbI,ioduro di piombo, precipitato giallo poco solubile, molto meno solubile di PbCl2. Lo ioduro di piombo potrebbe essere confuso con lo ioduro di argento (in realtà la tonalità di giallo e la struttura del precipitato sono diverse).
Come controprova si aggiunge un eccesso di ioduro di potassio. PbI è solubile in eccesso di I-, per formazione del complesso PbI4-. Il complesso PbI4- colora di giallino la soluzione. Per diluizione riprecipita PbI.
4)Raffreddamento in corrente di acqua fredda
Questa tecnica è esattamente l'opposto di quella che abbiamo usato per separare il piombo da argento e mercurio. In quel caso avevamo solubilizzato il cloruro di piombo diluendo la soluzione e scaldando. In questo caso invece, vogliamo far precipitare proprio il cloruro di piombo.
La sua solubilità diminuisce a freddo, quindi cerchiamo di farlo precipitare raffreddando la provetta in corrente di acqua fredda. Inoltre mentre la provetta e quindi la soluzione vengono raffreddate si sfregano vigorosamente le pareti della provetta con una bacchetta di vetro. Così facendo si creano nel vetro della provetta delle microfessure che favoriscono la nucleazione di cristalli di PbCl2.
Con un po di fortuna si osserva la formazione di cristalli aghiformi, bianco lucenti di cloruro di piombo. La formazione dei cristalli non è immediata, ed è quindi possibile che si renda necessaria l'attesa di alcune ore per osservare la formazione del precipitato.



