Tibullo

Fa parte della II generazione dei poeti.

Informazioni sulla vita da una Vita Tibulli contenuta in alcuni codici, di cui non è noto l’autore. I dati si ricavano dalle elegie e dalle testimonianze di altri poeti (Orazio e Ovidio). Nato a Gabii 50 a.C (Lazio). Circolo di Valerio Messalla Corvino al cui seguito nel 30 a.C si reca in Gallia.

Corpus Tibullianum: 36 poesie, tradito dai codici vaticano e ambrosiano.

3 libri a struttura composita: 2 di Tibullo; il 3° contiene elegie attribuite ad autori diversi o anonimi. 1° libro: composto tra il 32 e il 26 a.C, consta di 10 elegie.

Dedicato a Delia, la donna infedele amata dal poeta. Apuleio la identifica con una certa Plania. 5 elegie sono dedicate a Delia

3 elegie sono dedicate al giovinetto Màrato (4°, 8°, 9°) 1 è un’elegia di Messalla per il compleanno (7°)

1 elegia celebra la pace e la vita agreste (10°)

Nella prima elegia Tibullo esplicita il suo ideale di vita: serenità della vita in campagna (contrapposta alla guerra) e idealizzazione della forma migliore di vita, quella del poeta-contadino che si accontenta di poco ed è al servizio di amore (servitum amoris).

Il servizio militare viene sostituito al servizio della donna amata ironia

2° libro: consta di 6 elegie. Dedicato alla figura femminile di Nemesi (=vendetta), subentrata nel cuore di Tibullo che dovrebbe dedicare l’infedeltà di Delia.

Solo 3 elegie (3°, 4°, 6°) sono dedicate a Nemesi.

Le altre 3 hanno tono celebrativo: la 1° descrive la festa rurale degli ambarvalia (celebrazione del lavoro dei campi); la 2° celebra il compleanno dell’amico Cornuto e la 5° è dedicata al figlio di Messalla.

3° libro: articolazione più ampia e complessa. Consta di 20 elegie, di cui le prima 6 appartengono ad un certo Lìgdamo, pseudonimo o di qualche giovane poeta al circolo di Messalla o di Ovidio.

Queste elegie cantano l’amore per una certa Neéra e sembrano più improntate alla moda letterario più che a ispirazione genuina.

Panegyriens Messallae: un carme di 211 esametri (elegia adulazione); carmi 8-12 sono elegie erotiche di un poeta di nome Corinto indirizzate ad una certa Suspicia; carmi 13-18 sono dei biglietti d’amore di risposta della donna a Corinto; 19-20 (quasi scuramente tibulliane) per una donna non nominata (probabilmente Glicena).

Corinto e Sulpicia probabilmente pseudonimi.

Temi:

  • Amore come militia amoris (ironicamente) Amore per la donna amata e per i giovinetti
  • Amore come sofferenza preghiera in forma di παρακλαυσιθυραν (= serenata dietro la porta chiusa)
  • Disprezzo per la ricchezza
  • Alessandrinismo: varietà di temi, ironia, stile raffinato.
  • Elegia latina carattere soggettivo
  • Mito come exemplum della propria condizione poesia letterariamente raffinata Identificazione di vita e poesia comune denominatore l’amore (Conte)
  • Ideale di vita appartata
  • Donna chiamata con un nome fittizio. Delia pseudonimo A Delo vi era nato Apollo (dio della poesia) Donna è domina
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